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Visionaring is a contemporary art platform registered and founded by visual artist Eleonora Rossi (@erartworks). It aims to celebrate the history of humanity through a collection of portraits of historical figures, both renowned and lesser-known, from antiquity to the present day, created by contemporary artists from diverse backgrounds, ages, genders, and other perspectives. The portraits, soon to be gathered on visionaring.com, seek to showcase the richness and diversity of human experiences.

The goal of Visionaring is to become a cultural landmark, offering everyone the opportunity to connect with historical figures, from ancient times to the present, through the art of portraiture, transcending cultural and political barriers. The platform aspires to be an open tool for knowledge, reflection, and the enjoyment of artworks both online and in person, highlighting the value of the artists’ work and the unique contributions of the figures portrayed.

With this inclusive and respectful approach, Visionaring aims to inspire people to imagine and build a more humane, empathetic, and welcoming world.


Why the Portrait

A portrait can bridge the gap between a historical figure and its audience through various mechanisms that make the subject feel more alive, relatable, and human.
A portrait—whether visual, performative, literary, or musical—captures personal traits that go beyond documented historical facts.

By expressing emotions, physical details, or aspects of character, a portrait presents the figure as a person with feelings, aspirations, and vulnerabilities rather than an abstract symbol or distant entity. Through an intense gaze, a natural gesture, or an emotional description, the portrait creates an emotional connection between the observer and the character, inviting us to imagine their life, feelings, and perspective.

A portrait also reflects the eye and intention of the artist or writer, who seeks to highlight relevant or universal aspects of the figure. This creative lens can make the subject more accessible and understandable to contemporary audiences.
A portrait provides a tangible and immediate image that breaks the barrier of time. Observing a face or reading a vivid description can make the figure feel present and real, overcoming the sense of historical distance.

A portrait speaks directly to our human sensitivity, transforming a historical figure into someone we can relate to on an intimate, personal, or intellectual level. This emotional and cognitive connection enables us not only to understand history better but also to feel it as something that involves us directly.


Focus on Forgotten or Marginalized Figures

Visionaring focuses particularly on portraits of figures who have not been adequately historicized, often overlooked due to cultural biases. It aims to be a powerful tool for inspiration and self-recognition that challenges dominant paradigms and reshapes how history is perceived and transmitted.

The Discovery and Rediscovery of Forgotten Figures

Many significant individuals have been ignored in official historiography because they did not conform to the cultural, gender, ethnic, or class standards of their time. This neglect represents a historical bias that limits our understanding of the past.
A portrait—visual, performative, literary, or musical—becomes the medium through which these figures are brought back to light, highlighting their contributions, uniqueness, and the injustices they faced.

Inspiration

The portrait of a marginalized or forgotten figure can inspire those who feel excluded or oppressed by the dominant culture, offering an example of resilience and creativity that defied the conventions of their era.
These portraits enable contemporary audiences to find connections with the past, recognizing their own struggles and aspirations in figures who faced similar challenges.


Expanding the Concept of the “Dominant Self”

The portrait of marginalized figures destabilizes the concept of the “dominant self” (white, male, Western, heterosexual, etc.), which should not be excluded but integrated, making room for a plurality of identities. This process not only celebrates diversity but also invites critical reflection on the criteria that define cultural power.
Those historically excluded can see themselves reflected in these portraits, finally finding space and legitimacy within the collective narrative. This recognition allows for a redefinition of the self, moving away from imposed standards.

A portrait, especially of marginalized figures, becomes a universal symbol:

  • It restores dignity to those who were forgotten.
  • It enriches collective memory, showing that history does not belong to a single class or culture.

A Tool for Social Transformation

Through inspiration and recognition, the portrait can drive a shift in how dominant values are perceived, fostering a more inclusive society.

The portrait of an under-recognized figure, re-evaluated for cultural reasons, is an act of historical justice and a tool for change. It not only gives voice and value to those who were forgotten but also provides everyone with an opportunity to reflect on their role within a system that does not always embrace diversity. In this way, the portrait becomes a mirror where anyone—even those who feel “different”—can see themselves and find inspiration.


ITA

Visionaring è una piattaforma di arte contemporanea registrata e fondata dall’artista visiva Eleonora Rossi (@erartworks) che vuole celebrare la storia dell’umanità attraverso una collezione di ritratti di personaggi storici noti e meno noti, dall’antichità fino ai giorni nostri realizzati da artisti contemporanei di ogni provenienza, età, genere o altre forme di discriminazione, i ritratti che verranno presto raccolti su visionaring.com vogliono raccontare la ricchezza e la diversità delle esperienze umane.

L’obiettivo di Visionaring è diventare un punto di riferimento culturale, offrendo a chiunque la possibilità di avvicinarsi attraverso il genere del ritratto, ad alcune figure della storia a partire da quella più antica fino a quella contemporanea, superando restrizioni culturali o politiche. La piattaforma si propone come uno strumento aperto di conoscenza e riflessione ma anche di fruizione delle opere sia online che dal vero, valorizzando il lavoro degli artisti e il contributo unico delle figure rappresentate.
Con questo approccio inclusivo e rispettoso, Visionaring ambisce a ispirare le persone a immaginare e costruire un mondo più umano, empatico e accogliente.

Perchè il ritratto

Un ritratto può accorciare le distanze tra un personaggio storico e chi lo osserva attraverso diversi meccanismi che rendono la figura storica più viva, umana e con la quale poter entrare in relazione.
Un ritratto, visivo, performativo, letterario o musicale, coglie tratti personali che vanno oltre i fatti storici documentati. Esprimendo emozioni, dettagli fisici o aspetti caratteriali, il ritratto ci mostra il personaggio come una persona con sentimenti, aspirazioni e fragilità, piuttosto che un simbolo astratto o una figura lontana. Attraverso uno sguardo intenso, un gesto naturale o una descrizione emotiva, il ritratto crea un ponte emotivo tra l’osservatore e il personaggio. Ci invita a immaginare come viveva, cosa provava, e a metterci nei suoi panni. Il ritratto riflette anche l’occhio e l’intenzione dell’artista o dello scrittore, che cerca di far emergere aspetti rilevanti o universali del personaggio.

Un ritratto offre un’immagine concreta e immediata che rompe la barriera del tempo, può farci percepire il personaggio come presente e tangibile, superando la sensazione di lontananza storica; parla direttamente alla nostra sensibilità umana, trasformando una figura storica in qualcuno con cui possiamo relazionarci su un piano intimo, personale o intellettuale. Questo processo di avvicinamento emotivo e cognitivo ci permette non solo di comprendere meglio la storia, ma anche di sentirla come qualcosa che riguarda noi stessi.

Visionaring vuole soprattutto concentrarsi sui ritratti di personaggi non adeguatamente storicizzati, ma rivalutati per l’esclusione subita a causa di motivi culturali e desidera diventare uno strumento potente di ispirazione e di riconoscimento del sé che sfida il paradigma dominante e riscrive il modo in cui la storia è percepita e tramandata.

La scoperta e la riscoperta di personaggi dimenticati

Spesso, figure significative sono state ignorate nella storiografia ufficiale perché non conformi agli standard culturali, di genere, etnici o di classe dell’epoca. Questo oblio rappresenta un pregiudizio storico che impedisce una visione completa del passato. Il ritratto, visivo, performativo, letterario o musicale, diventa il mezzo attraverso cui queste figure vengono riportate alla luce, esaltando il loro contributo, la loro unicità e le ingiustizie subite.

L’ispirazione

Il ritratto di una figura emarginata o dimenticata può ispirare chi si sente escluso o oppresso dalla cultura dominante, offrendo un esempio di resilienza e creatività che sfida le convenzioni del proprio tempo. Queste opere permettono al pubblico contemporaneo di trovare una connessione con il passato e di riconoscere le proprie lotte e aspirazioni in figure che hanno affrontato sfide simili.

Il ritratto di personaggi marginalizzati destabilizza il concetto del sé “imperante” (bianco, maschile, occidentale, eterosessuale, ecc.) che certo non va escluso ma integrato e apre spazio per una pluralità di identità. Questo processo non solo celebra la diversità, ma invita a una riflessione critica sui criteri che definiscono il potere culturale.
Chi è stato storicamente escluso può riconoscersi in questi ritratti, trovando finalmente spazio e legittimità all’interno della narrazione collettiva. Questo riconoscimento permette una ridefinizione del sé, lontano dai canoni imposti. Il ritratto, soprattutto di figure marginalizzate, diventa un simbolo universale: Non solo restituisce dignità a chi è stato dimenticato, ma arricchisce la memoria collettiva, mostrando che la storia non appartiene a una sola classe o cultura.

Strumento di trasformazione sociale: Attraverso l’ispirazione e il riconoscimento, il ritratto può spingere verso un cambiamento nella percezione dei valori dominanti, rendendo più inclusiva la società.

La rappresentazione di un personaggio non adeguatamente storicizzato, rivalutato per motivi culturali, è un atto di giustizia storica e uno strumento di cambiamento. Esso non solo restituisce voce e valore a chi è stato dimenticato, ma offre a tutti un’occasione per riflettere sul proprio ruolo all’interno di un sistema che non sempre accoglie la diversità. In questo modo, il ritratto diventa uno specchio in cui chiunque, anche chi si sente “diverso”, può riconoscersi e trovare ispirazione.

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